Remember me


Se c’è una cosa che non sopporto sono i libretti di istruzione.
Telefonini, videocamere, macchine fotografiche, stampanti, condizionatori e centrifughe….
Immancabilmente saltano fuori come funghi, ovunque per casa.

Stavo mettendo apposto camera un paio di giorni fa, arrendendomi quasi subito nel dover affrontare la mole di cose che avevo intorno a me…ne avrò trovati cento in un metro quadrato.
Sarà pure colpa mia che li infilo un po’ dappertutto senza un criterio particolare, ma a voi non succede mai?
Non succeda mai di impilare carte, libri, ricordi in un angolo sperando così di dimenticarvene?
Sperando che spariscano da soli, si autodistruggano?

I ricordi non hanno una data di scadenza purtroppo o per fortuna.
La nostra mente trattiene cose che a pensarci su non sembrano essere importanti, e tralascia altro. Un dolore improvviso, un profumo, una giornata al mare.

Sono passata davanti ad un caseggiato di recente. Non ci andavo da minimo dieci anni. Ci sono capitata, inciampata per caso e all’improvviso me ne sono ricordata… Le pareti gialle mi hanno fatto rivederne le scale, il sole che filtrava dalle finestre, l’odore del sangallo bianco che decorava le lenzuola della stanza, il Cristo di legno scuro appeso alla parete.
Ho chiuso gli occhi e mi sono rivista bambina, in quella stanza con degli sconosciuti. Un flash improvviso e vorace, poi più niente. Non mi ricordavo come ci fossi arrivata, che ho fatto prima o dopo di esso, nulla.

Buio.

Me ne sono andata via con quello ricordo, chiedendomi perché proprio quello e non un altro.
Non un minuto prima o dopo.
Credo che non sarò mai in grado di dare una spiegazione.
Credo che non saremo mai in grado di conoscere il nostro cervello, se sapessimo il perché di tutto forse non saremo in grado di stupirci ancora, nelle nostre giornate.








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