Loneliness is the new black

Siamo tutti dramamticamente soli a questo mondo.

Loneliness is the new black

E non importa quanti amici abbiamo su facebook, quanti followers su Instagram e nemmeno quanti messaggi riceviamo al giorno su WhatsApp. Non è questo che fa di noi delle persone inserite in una società, quanto meno non in una reale.

E lo vedo negli occhi della gente che cammina sola per strada, lo vedo in quelli di chi aspetta l'autobus o il treno e ficca lo sguardo sullo schermo del suo pregiatissimo smatphone perchè di guardare in faccia la gente, non si sa più come si fa.
Si ha paura di restare senza far niente (o senza finta di far qualcosa) per più di 2 secondi netti. Si ha quasi paura a guardare il cielo, respirare e staccarsi dall'alienazione tecnologica.

Che poi che succederà mai, se guardiamo quello che ci accade vicino a noi? Che male ci sarà mai se ci accorgiamo ancora del mondo, di quello che succede, che sarà mai se manteniamo un contatto con la terra... Senza doverci preoccupare di scapapre in un'altra dimensione, senza avere l'ossessione di guardare il telefono, aprire facebook in cerca dell'ultima notifica. Senza preoccuparci, una buona volta, di farci immancabilmente gli affari degli altri.

facebook non ci aiuterà quando avremo un problema, e con ogni probabilità non lo farà nemmeno il nostro amico virtuale, quello conosciuto nell'ultima chat alla quale ci siamo iscritti.
Recuperare i rapporti veri, uscire dalla catalessi, allacciarsi le scarpe e andare a farci una passeggiata, lasciando il telefono a casa, (che tanto nessuno ce lo tocca) ecco, questa sarebbe davvero la vera rivoluzione:

Ritornare ad interagire con gli altri umani, ma quelli veri che camminano per strada, e non nascosti  dietro a schermi led antigraffio e impermeabili.

Pensateci.

Allora forse, e dico forse, per questo mondo, ci sarebbe ancora qualche speranza di salvezza.




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