Avete mai paura di non riuscire a realizzare i vostri sogni?
Di sentirvi impotenti davanti alla vostra vita, frenati da un muro invisibile, che siano i pregiudizi di chi vi sta accanto, che siano le vostre paure. Avete mai la netta impressione che qualcosa vi scricchioli dentro?

Io sì, continuamente. Ho paura di diventare precaria anche io in questa condizione di precarietà assoluta. Una sorta di involucro, un corpo vuoto che viaggia senza ambizione. Ho paura di adagiarmi, di accontentarmi di rendermi conto, una di queste prossime mattine quando aprirò gli occhi, che tutto questo non ha più senso.
Ho paura di rendermi conto che tutti i miei maledetti sforzi non serviranno a nulla.
Perché con buona probabilità non troverò qualcuno abbastanza interessato a quello che faccio. Abbastanza interessato alle mie parole.
Perché nel mondo di oggi nessuno ti regala nulla, ma al contempo nessuno sembra aver così tanta pazienza di stare ad ascoltarti. Nessuno si ferma un attimo, nessuno ti cerca.
Nessuno ti dedica attenzione.
Perché richiede troppo tempo, sforzi, impegno.
Non c’è tempo nel nostro mondo per questo.

Ho paura di non riuscire a trovare qualcuno con cui condividere quella che sono, ho paura di innamorarmi, di scoprire domani che in fondo è tutta un’illusione. Perché nessuno è disposto a darti fiducia oggi. Nessuno è sincero. Che siano uomini o donne poca è la differenza.
Perché poi l’illusione sta poco ad insidiarti. Passiamo la maggior parte della vita a fantasticare su ‘come poteva essere’ perché è più sicuro che provare a vivere davvero.
Perché le emozioni, l’amore, la passione nella nostra testa sono estatici, quasi trascendentali. Perfetti. E questo sembra essere l’unico conforto che ci resta. Perché nella vita, lo sappiamo tutti, di perfetto non c’è nulla.
Anche l’emozione più bella non dura che un attimo improvviso. Lo spazio di un mattino.
Perché l’amore è difficile e più passa il tempo più mi rendo conto che forse nemmeno esiste. Nemmeno esiste tutta questa devozione.
Forse perché sono una persona che si illude, perché crede nella buona fede del prossimo, perché nonostante tutto quello che in una vita ti può capitare, tutte le delusioni, tutte le amarezze, credo che qualcosa si possa salvare. Credo che nella vita almeno una persona che ti faccia stare bene tu la possa incontrare.
Ora non lo so. Forse il mio essere sola non mi rende obbiettiva. Forse le persone vere esistono. Io ho scelto di esserlo perché non concepisco altro modo di vivere, e so che questo mio modo di essere mi porterà solo guai, ma poco importa.

So che realizzare i propri sogni è difficile. Ma difficilmente i sogni si realizzano da soli. Difficilmente le ambizioni si compiono velocemente.
La mia paura ora è quella di non essere io all’altezza dei miei sogni. Di rendermi conto di non essere abbastanza brava, abbastanza capace. Di non essere abbastanza.
Perché è nella mia natura mettermi in discussione, perché ogni tanto mi fermo e mi sento soffocare.
A voi capita mai?
Capita mai di chiudere la porta di casa e di sentirvi male?
Capita mai di voler essere lontani tremila chilometri dalle urla di vostra moglie? Tremila chilometri lontani da una casa dove non c’è nessuno ad accogliervi? Tremila chilometri lontani da voi stessi?
Io mi chiedo perché mai capiti. Perché mai siamo costretti a tutto questo. A continui ostacoli, tragedie, indifferenze sociali, ingiustizie, proteste, scioperi.
Perché quest’Italia non va? Perché nessuno ci ascolta? Perché nessuno fa niente.
A me tutto questo fa star male.
Mi fa star male chi spara cazzate, chi ritiene che laurearsi a 28 anni sia da ‘sfigati’. Nemmeno a 12 parlavo così io.
Mi fa star male vedere persone che si uccidono fra loro per nulla.
Lavoratori che protestano e nessuno li ascolta, gente che perde il lavoro, che vive in condizione di degrado senza assistenza.
La piaga sociale più devastante è l’indifferenza.
E noi oggi rimaniamo indifferenti a tutto. Dalle piccole cose come aiutare un signore anziano a scendere dall’autobus fino alle guerre che devastano metà di questo nostro mondo.
Perché ci dobbiamo ignorare così? Perché dobbiamo vivere chiusi nei nostri piccoli mondi, universi che orbitano chissà dove.
Perché è diventato così difficile tendere una mano, fidarci delle persone che amiamo, che abbiamo accanto. Che abbiamo scelto. Perché non ci fermiamo a guardare? Perché non parliamo?
Vorrei che tutti noi ci fermassimo almeno per cinque minuti al giorno. Vorrei che non fossimo così egoisti da pensare solo a noi stessi.
Vorrei che la rivoluzione delle coscienze partisse da un sorriso e una mano tesa verso chi ha bisogno.
Vorrei che per una volta trovassimo un po’ di quell’empatia che c’è dentro ognuno di noi prima che l’indifferenza che abita i nostri cuori se la mangi tutta.

Commenti

Un saluto da Wonderland. Non ho potuto fare a meno di iniziare a leggere questo tuo post e.... non smettere. Come un fiume in piena, e mi vedo tantissimo in ciò che c'è scritto. Parola per parola, ansia e tristezza dopo l'altra. Già, più che un fiume in piena sembra uno tsunami. In ogni caso... bello e condivido. Purtroppo le persone non hanno più il tempo ne per se stesse.... ne di conseguenza per gli altri. Quei pochi che ancora credono in certi sogni... devono continuare a crederci. E io sono tra questi...nonostante sia difficile. Ti auguro una dolce notte da Wonderland. _Un abbraccio da Momo
Anna Piazza ha detto…
Ciao Momo e grazie di cuore per le tue parole. Mi hanno fatto piacere. Credo che manifestare apertamente ciò che si pensa non cambierà di certo il mondo ma aiuta le persone a fare rete a sincronizzare i propri desideri e sogni, a non farci sentire soli.
Ecco perchè insisto tanto sulla condivisione, e perchè dico sempre a tutti di non rinunciare ai propri sogni, ma sono umana anche io quindi...ogni tanto la paura prende il sopravvento.
A presto e grazie ancora
con affetto
Anna

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