Luce

Bianco come questo lenzuolo che stringo tra le mani. Bianco come il timore che avvolge la mia mente. Perché ho tanto sconforto nell’anima.

Guardo dentro di me ma non trovo le parole per dirtelo. Nemmeno ora, e non sai quante volte io ci abbia provato. Non ne hai idea. Ma non sai quanto sia difficile, sì non sapevo da dove iniziare, e poi il tempo passava e passava ed eccoci qua. Ogni volta che ti vedevo le parole volavano via appena aprivo bocca e io rimanevo da sola. Questo adesso penso, questo ora vorrei dirti ma tu te ne stai disteso con gli occhi chiusi, e sei così lontano che nemmeno mi sentiresti. Ora non puoi.

Non sai nemmeno che sono qui, seduta su questa sedia di plastica scomoda. Dentro questa stanza che non è tua. Chissà tu ora dove sei. Spero in un posto bello. Spero che tu stia sorridendo lì. Spero che la tua di anima sia un po’ più pulita della mia.
Sai che è difficile la vita? Me ne rendo conto ogni minuto di più. Il dolore fa parte dell’uomo, ok questo ci sta anche, ma… Ma perché ce né così tanto? Perché si concentra in questo modo da diventare esplosivo? Una bomba ad orologeria legata al nostro petto. Sai, non me lo so spiegare. Forse tu tra un po’ smetterai di soffrire. Forse tra un po’ ti libererai e te lo auguro di cuore. Perché così non si può vivere.

Ho incontrato tua mamma prima, si reggeva alla macchinetta del caffè, quella sotto, al piano terra. Non faceva nulla, era come se non ci fosse. Sta davvero male. Si sente responsabile per quello che è successo. Lei non c’entra nulla, lo sai anche tu, ma le mamme si sentono sempre responsabili, è nella loro natura. Questa volta però ammettilo, l’hai fatta grossa. So che non puoi sentire i miei pensieri, però, non so come farai a rimediare.
Mi hai sempre respinta, in un modo o nell’altro. Non mi hai mai capita. Ti ho sempre aspettato, e lo farò sempre, perché ti sono devota e credo che questo sia il mio destino. Se un giorno mi risponderai, mi troverai proprio qui. Dove sono adesso. E se mai accadrà, quello sarà il mio giorno perfetto. Ce né uno in ogni vita, lo sai? Sì è proprio così. Anche se non ce ne rendiamo conto quando lo viviamo, c’è.

Quando ami qualcuno diventa impossibile non pensarci, la vita cambia prospettiva, i sorrisi sono fatti di zucchero, la gioia diventa un’amica costante che ti accompagna. Questo è quello che vorrei dirti ora. Quello che ho qui dentro il cuore. Ora ne avrei il coraggio perché ho capito che nella vita non ci si può sempre nascondere. Perché ho capito che nonostante tutto, nonostante quello che mi dirai, io ora so che cosa significa la parola ‘amore’.
Ora le do un senso.
È stato amore a prima vista, ma ora so che tu non te ne sei mai accorto. Troppo impegnato dalla tua di vita, quella che io guardavo dalla periferia. Quella che forse tu non mi farai mai vedere perché sei geloso di tutto quello che ti circonda.
I tuoi amici non sono ancora arrivati, per ora ti dovrai accontentarti di me. Ti stringo la mano, sei remissivo e lontano. Però io sono qui con te, voglio che tu lo sappia perché ti amo. È giusto che tu veda il mio cuore, è ora che tu sappia quanto io sono fragile. I medici hanno detto che c’è la possibilità che tu non ti possa più svegliare; non è assurdo? Infondo andavi solo al lavoro, come ogni giorno, perché finalmente un lavoro ce l’avevi ed eri felice. E quella macchina si è permessa di venirti addosso, di spegnere la tua luce.

Sì, quel giorno quando me l’hai detto eri davvero felice. Ti brillavano gli occhi, mi hai abbracciata e mi hai detto: “dobbiamo festeggiare”. E così abbiamo fatto. Io e te seduti in un bar del centro a bere una birra e a starcene così, a ricambiarci l’anima. Ed io ero felice più di te, perché sì… Tu avevi scelto me. Ignorando che io ti avevo già scelto da un pezzo.
Perché, tesoro mio, in amore ci si sceglie. La mia vita è cominciata quel giorno. Quando tu mi hai scelta per condividere una gioia tutta tua che poi è diventata mia.
Scusa se non te l’ho mai detto, ma tu sei uno che non ha mai tempo per questo genere di cose, e io forse sono troppo impacciata per farmi ascoltare.

Però non sarà sempre così, perché io voglio che tu sia mio per sempre, in questa vita reale, non in quella che vorrei, non in quella che c’è qui dentro la mia testa.
Ma in questa che posso toccare, in questa camera d’ospedale, mentre ascolto il rumore del tuo respiro amplificato da questa macchina. Mentre mi lascio cullare dal tepore della tua pelle; mentre guardo il monitor che registra i tuoi valori vitali.
Ti voglio cercare nell’odore dei medicinali, nella consistenza del freddo metallo di questo letto. Perché questa cosa seppur brutta la supereremo insieme, perché insieme noi due siamo forti e possiamo vincere tutto. E non lascerò che anche queste parole mi volino via.
Non lasciarmi, ti stringo la mano che si bagna dalle mie lacrime perché ora la paura sussurra al mio orecchio, la sento sghignazzare acida e cattiva, sento il suo fiato sulla mia guancia.

Cerco una via per il dolore, un rubinetto da aprire per farlo uscire tutto e liberarmene, finalmente. Ma non la trovo, non so dove sia, mi sono persa a cercarla dentro di me, nelle pieghe della mia anima frustata da tutto il buio che ora c’è, da quando ho saputo che eri qui. In questo dannato ospedale. Non sai che male mi hai fatto. Hai scosso la mia vita, la voragine che c’era prima ora è più profonda, perché tutto questo è più grande di noi.
Vedo l’espressione di tua mamma che ora è qui accanto a te con me. Vedo i suoi occhi che hanno paura di non rivedere più i tuoi.

Abbiamo paura entrambe, però siamo qui e non vogliamo fartelo sapere, perché entrambe silenziosamente sappiamo che senza di te la nostra vita non sarebbe nulla. Credo che tua mamma lo sappia, lo abbia capito da tutte le volte che sono venuta a cercarti a casa, con ogni possibile e banale scusa. Non sono mai stata una brava attrice, è vero. Ma non ho mai cercato di negarlo. Le mamme sanno anche questo, forse non ha mai osato dirtelo, ma se è qui con me, significa che lo sa.
Delicatamente ti passa una mano sulla fronte, ti guarda come se stessi dormendo e lei fosse qui per dare la buona notte al suo bambino. Soffre in silenzio per non svegliarti dal freddo torpore in cui sei sprofondato. Sembra trovare giovamento nell’accarezzarti. Sembra essere tranquilla.

Non c’è spiegazione logica per quello che è successo, è stato un imprevisto. Sei inciampato nella tua stessa vita, succede, non colpevolizzarti, nessuno lo vuole.
Però non andartene, non ora che ci sono quasi. Non ora che la mia anima preme sulla pelle. Non ora che la mia bocca è pronta.
Non ora, ti prego. Resta con me. Fallo per te, fallo per tua madre che è qui accanto a me, fallo per la ragione che ritieni più importante, il tuo cuore lo sa.

Ma ora ti prego, svegliati.




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