Forse il nostro universo si trova dentro al dente di qualche gigante. (Cechov)

Si è vero dovrei scrivere più spesso, 'postare' come si dice qui in rete, più pensieri, annotazioni, idee, follie improvvisate e senza coordinazione. Ma allora se lo facessi, se vi dessi tutto di me, a me che mi rimarrebbe? Sarei ancora padrona della mia anima? Dei miei pensieri? Perchè c'è così voglia di condividere oggi giorno? Perchè mentre le cose succedono, belle o brutte che siano non le viviamo a pieno e invece pensiamo alla frase giusta (per descriverle) da inserire su facebook? La privacy è solo un concetto astratto? Un mero rifugio in cui far finta che l'intimità personale esiste ancora?
Perchè se ci incontriamo qui, nel mondo reale, al bar, al supermercato, dal parrucchiere, in tabaccheria o in qualsiasi altro luogo non ci salutiamo, non interagiamo ma se capita nel mondo parallelo e irreale facciamo i grandi amici? Quelli che nel bar virtuale di second life si ubriacano fino allo svenimento, ma giammai capiti nel bar vero, quello di paese?
Non lo so ma non mi piace, non mi piace questo mondo, non mi piace la freddezza che c'è nei cuori della gente. Non mi piace questo ghiaccio che ci circonda, questa indifferenza. Andrà a finire che tutti si abitueranno a vivere così a essere distaccati dal mondo, in una dimensione parallela, un 'non luogo'. Ma sì, in fondo che ci importa.

Che ci importa del mondo e di chi ci vive sopra.
Che bello era quando si attraversavano le città e i paesi per vedersi. Che bello era darsi appuntamneti a voce e poi dimenticarsene, che bello era aspettare il postino e leggere le lettere. Che bello il profumo della carta, che bello conservarle dentro una scatola di cartone.

Non voglio fare la nostalgica anche se mi si addice, ma in questo mondo frenetico non c'è tempo per l'aperitivo con la nostalgia. Siamo automi condannati. Se qualcuno mi chiedesse se credo nella fine del mondo gli risponderei di no; ma certo è che se mai ne immaginassi una sarebbe questa. Uomini che non parlano più tra di loro, che non si relazionano che non si sfiorano. Uomini che non sanno più che significato abbiano le emozioni, il calore di un abbraccio, un sorriso silenzioso.
Altro che tzunami e terremoti disastrosi.
A me fa più paura l'idea di un umanità alienata da se stessa, che vive per scopi materiali o forse nemmeno per quelli. Esercito di zombie con la cravatta e i tacchi a spillo. Questo sarebbe un film dell'orrore anche se un po' visionario.
Ci è concesso di tutto su questo mondo e non facciamo altro che autodistruggerci.
Vi sembro troppo disfattista e pessimista? Se c'è qualcuno là fuori che la pensa diversamente mi faccia cambare idea, ve ne prego. Ne sarei felice, e se proprio volete esagerare datemi un'appuntamento... magari proprio davanti ad un caffè (che mi piace tanto) in un bar del centro.


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