Thank U

Vi capita mai di avere dei seri dubbi su voi stessi? Su quello che fate, sulla vostra vita?

Vi capita mai di non sentirvi all’altezza delle situazioni, estranei al vostro corpo? Di non riconoscervi? Di non sapere che diavolo significhi la parola ‘identità’?
Forse ci capita più spesso di quanto crediamo, e magari nemmeno ce ne accorgiamo perché troppo impegnati a fare altro.


Se poteste descrivere la felicità con una sola parola, quale usereste?
Ci avete mai pensato? A cosa sia la felicità intendo dire. Io me lo chiedo ogni giorno, nonostante sia profondamente grata a Dio per tutto quello che ogni giorno vedo, sento, respiro. Perché credo sia importante chiederselo, rifletterci su, dargli un senso, cercare di dare un valore a questa parola: felicità.
Come è importante darlo all’amore, all’amicizia, alla vita.
Tutti noi dovremmo avere una parola che ci rappresenta, che ci identifica. Un cibo, un colore, un fiore. Qualsiasi cosa. Identificarci in qualcosa di caratteristico che ci appartiene e ci assomiglia, per ricordarci, tutte le volte che troppo presi dalla vita ce ne dimenticassimo, di quello che siamo.

Quello che siamo.


Credo sia un concetto edificante, se mai si possa dire. Perché il più delle volte non lo sappiamo, quello che siamo, come siamo fatti. Di cosa siamo fatti.
Io sono convinta che un pezzetto di noi si costruisca ogni giorno, per arrivare completi solo quando moriamo. Non fraintendetemi, non ho mire filosofiche, da ragazza appena tornata dall’India, però è quello che penso, e per la mia di filosofia (del tutto personale e discutibile) credo sia importante che io condivida questo concetto con voi.

L’uomo è fatto di quello che mangia, ascolta, dice, sente, tocca e respira ogni giorno della sua vita. Perché l’esistenza non è fatta di lavoro, promozioni, offerte pubblicitarie, vestiti firmati, macchine di lusso e tecnologia.

La vita è semplice, immediata e pulita. Siamo noi, con la nostra stupida avidità, frenesia, voglia di accumulare soldi e beni materiali che la roviniamo. La sporchiamo con l’avidità e lei non si oppone. Tanto quelli che ci rimettono siamo noi.

Abbiamo un potenziale incredibile che sprechiamo ogni istante perché non sappiamo come usarlo. Ci affanniamo a cercare l’equilibrio, l’amore della nostra vita, un lavoro stabile che ci permetta di pagare il mutuo e non capiamo che tutto questo potrebbe essere a nostra portata se solo imparassimo a vivere.

E voi mi direte, ‘brava. Belle parole. Ma come diavolo si fa allora a vivere? Diccelo tu!’.

Bè vedete, tornando alla mia personale filosofia, quella discutibile per intenderci, si deve imparare a vivere. Un po’ come si impara ad andare in bicicletta. Perché non lo sappiamo più fare, ce ne siamo dimenticati. una volta era più facile farlo. Sia ben chiaro la vita è sempre stata e sempre sarà difficile, ma saperla prendere una volta era più facile, c’era più genuinità in circolazione. Più sorrisi. Adesso abbiamo dimenticato come si fa a sorridere.


Dobbiamo imparare ad essere più disponibili con il prossimo, ad ascoltarlo. Non a farci sfruttare, raggirare o imbrogliare. Semplicemente dobbiamo imparare a dare spazio alle persone che lo meritano.
Dobbiamo imparare a parlare con chi ci sta accanto, con chi amiamo, a cui teniamo o con chi non conosciamo.
Ascoltare e parlare.

Dobbiamo imparare ad assaporare quello che mangiamo, quello che beviamo, quello che odoriamo. I nostri sensi sono fondamentali, e chi ha la fortuna di possederli tutti, solo per questo dovrebbe ringraziare Dio ogni giorno.
Dobbiamo imparare che cosa sia la calma, la solitudine, il silenzio.

L’amore per la terra, il rispetto, la gratitudine, la spensieratezza, la leggerezza del cuore.

E non da ultimo dobbiamo imparare a dire grazie. Grazie per il sole, per la pioggia, per i sorrisi, per le persone che conosciamo, incontriamo, vediamo. Per tutto quello che ogni giorno viviamo.
Una parola così piccola e importante. Dite tanti più ‘grazie’ in un giorno che potete. Questo vi farà stare infinitamente meglio.
Almeno io me lo auguro con tutto il cuore.

Grazie