Siamo tutti un po’ soli. Nelle giornate che trascorrono fluide, alla ricerca di una forma di comprensione negli occhi degli altri. Una solidarietà che sembra non appartenere più a nessuno. Pochi i momenti in cui la vita ci sembra liminare, in cui la pelle tocca qualcosa di più profondo, trascendentale.
Chi non vorrebbe vivere intensamente sempre. Chi non vorrebbe sentirsi vivo. Quanti per sentirsi vivi fanno cose al limite della comprensione umana?
Che ci facciamo su questo mondo, se non coltiviamo una passione, uno stimolo, un sogno. Cosa stringeremo tra le mani domani se siamo privi perfino della forma più primitiva di umanità?

Vorrei sapere perché.

Vorrei sapere perché viviamo nella paura, nell’ansia auto costruita. Immaginiamo situazioni, eventi, cose che non accadranno mai ma che rimarranno solo nella nostra testa. Non siamo consapevoli della bellezza del mondo. Non sappiamo riconoscere un torto, una ferita che non si rimargina. Pensiamo che la vita sia sufficiente anche se vissuta in modo superficiale. Pensiamo che non valga la pena immergere le mani nell’acqua, e ci bagniamo solo la punta delle dita.
Quant’era che non provavo stima per qualcuno. Stima vera, forte, autentica. Quant’era che non ci pensavo nemmeno a questa parola, stima.
Quante volte crediamo di essere migliori di quello che siamo. Perfetti e invincibili.
Quanto vorrei essere più umile, Quanto più spesso vorrei lasciarmi andare completamente, sbrigliare il cuore, respirare profondamente e sentire il mondo in tutte le sue contraddizioni.
Quanto vorrei vedere le persone ridere, illuminarsi di mille colori, suoni, gesti. Invece vedo troppo spesso un grigio spesso e uniforme. Sulla pelle spenta , negli occhi senza sogni né prospettive.
Abbiamo tutti paura. Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci scaldi. Qualcuno che sciolga i nodi della nostra gola, qualcuno che disseti la nostra anima.
Ma si può essere felici anche in una notte di fine estate dentro ad una macchina in corsa sopra una strada quasi deserta con la radio a pieno volume, cantando una canzone lontana mentre l’aria leggera ci sussurra nei capelli- Si può essere felici in due in quella macchina anche solo per lo spazio di una canzone.
Troppo spesso ce ne dimentichiamo. Ci dimentichiamo di tutto, anche di come si fa ad essere felici.
Eppure basterebbe così poco. Basterebbe un gesto sincero, basterebbe aiutare qualcuno. Essere meno duri con noi stessi, meno freddi, alieni.
Se non ci ostinassimo a vivere solo per lavorare, per pagare il muto, per fare la spesa…. Se provassimo a capire che in questo mondo c’è qualcosa di più importante che risparmiare per comprare la macchina, più importante che fingere quello che non siamo, più importante che essere crudeli con il prossimo. Forse ci accorgeremo che è tutto cos’ imprevedibile, che la felicità dura poco, che il pericolo di cadere in un baratro è sempre vicino. Allora cercheremo di vivere in modo diverso, ricordandoci che ogni singolo istante, ogni respiro corto e ogni sguardo è un dono prezioso che non possiamo permetterci di sprecare.

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